Ricorre oggi l'anniversario della nascita di Norma Cossetto. Per i pochi che ancora non conoscono la storia di Norma facciamo un breve excursus sulla sua vita. Nasce a Visinada, piccolo comune istriano, il 17 maggio 1920. Da subito Norma dimostra molto interesse negli studi letterari fino ad iscriversi alla facoltà di lettere e filosofia di Padova, allieva di Concetto Marchesi già rettore dell'università che diventerà in seguito deputato comunista. Non era raro vederla in giro per l'Istria con la sua bicicletta per raccogliere informazioni per la sua tesi che si chiamava Rosso Istria. Rosso come il colore della sua terra così carica di bauxite da conferire quel colore inconfondibile. Alternerà in seguito lo studio all'università alla professione di supplente nelle città di Parenzo e Pisino. Con la caduta del fascismo e il conseguente disfacimento dell'esercito italiano, i partigiani comunisti di Tito cominciarono a occupare le terre italiane del confine orientale, e a individuare come nemici postini, preti, carabinieri, suore, maestre e ovviamente chi rappresentava il fascismo in quei territori. Il padre di Norma, Giuseppe Cossetto ricoprì il ruolo di dirigente locale del partito fascista, per questo tutta la famiglia Cossetto, nonostante fosse stimata da tutti, cominciò ad essere oggetto di controlli da parte degli slavi.
Ormai gli episodi di sparizioni e arresti erano all'ordine del giorno, la cittadinanza era nel panico e una sera arrivò anche il turno di Norma che fu convocata al comando partigiano. Tornò a casa quella sera sapendo che le angherie non sarebbero finite. I giorni passavano e aumentavano le persone disperse e imprigionate fino a quando una sera la famiglia Cossetto sentì bussare alla porta. Volevano Norma che li seguì ancora una volta per "accertamenti". Fu arrestata e portata nella ex caserma della Guardia di Finanza per non fare più ritorno. Le venne chiesto di aderire ai gruppi partigiani ma lei, convintamente italiana, rifiutò categoricamente. Era il 27 settembre del 1943 quando Licia Cossetto, sorella di Nroma, senza successo andò a chiedere la sua scarcerazione. Qualche giorno più tardi arrivarono i Tedeschi ad occupare quelle zone e i partigiani comunisti di Tito dovettere fuggire in fretta e furia collocandosi nella ex scuola elementare adibita a carcere di Antignana. Quì i carcerieri di Norma la divisero dagli altri carcerati, la portarono in una sala dove la legarono ad un tavolo e in diciassette la seviziarono e stuprarono tutta la notte. Ormai morente nella notte tra il 4 e 5 ottobre fu obbligata a camminare per chilometri insieme ad altre persone, con le mani legate con il fil di ferro. I prigionieri furono portati nella tristemente nota foiba di Villa Surani. Furono gettati dentro ancora vivi, mentre le donne presenti furono nuovamente abusate e gettate anche loro. Si dovrà attendere l'arrivo dei tedeschi in quelle zone per permettere il recupero della salme. Riportiamo la dichiarazione di Licia Cossetto nel momento del ritrovamento di Norma: "Ancora adesso la notte ho gli incubi, al ricordo di come l'abbiamo trovata: mani legate dietro alla schiena, tutto aperto sul seno il golfino di lana tirolese comperatoci da papà la volta che ci aveva portate sulle Dolomiti, tutti i vestiti tirati sopra all'addome. Solo il viso mi sembrava abbastanza sereno. Ho cercato di guardare se aveva dei colpi di arma da fuoco, ma non aveva niente; sono convinta che l'abbiano gettata giù ancora viva. Mentre stavo lì, cercando di ricomporla, una signora si è avvicinata e mi ha detto: "Signorina non le dico il mio nome, ma io quel pomeriggio, dalla mia casa che era vicina alla scuola, dalle imposte socchiuse, ho visto sua sorella legata ad un tavolo e delle belve abusare di lei; alla sera poi ho sentito anche i suoi lamenti: invocava la mamma e chiedeva acqua, ma non ho potuto fare niente, perché avevo paura anch'io".
Norma verrà in seguito sepolta nel piccolo cimitero di Santa Domenica di Visinada, dove tutt'ora riposa. Le verrà conferita la laura ad honoris grazie all'idea di Concetto Marchiesi, professore comunista dell'università di Padova che rispose in questi termini quando qualcuno gli fece notare che Norma era fascista: "è più degna di tutti perché è morta per essere italiana!"
Verrà insignita della medaglia d'oro al merito civile dal Presidente della Repubblica Carlo Azzeglio Ciampi con la seguente motivazione: "Giovane studentessa istriana, catturata e imprigionata dai partigiani slavi, veniva lungamente seviziata e violentata dai suoi carcerieri e poi barbaramente gettata in una foiba. Luminosa testimonianza di coraggio e di amor patrio". Licia Cossetto, la sorella di Norma morì, morì nel 2013 mentre si recava a Trieste per la commemorazione della sorella. Spese la vita per raccontare la verità dell'esodo e degli infoibamenti. Oggi noi con il Comitato 10 Febbraio diamo seguito al lavoro svolto da Licia, portando nelle scuole la storia di questa giovane donna uccisa perchè italiana. La storia delle foibe è la storia del nostro Paese e non può essere oggetto di rivendicazioni politiche. Deve essere patrimonio storico dell'Italia, contro tutti i giustificazionisti e negazionisti, noi continueremo la nostra opera in nome della verità e quando non ci saranno più gli esuli noi saremo sempre quì pronti ad incalzare quanti vogliano rivedere i fatti storici.
Panchina dedicata a Norma Cossetto dall'Amministrazione Comunale di Boves (Cn)
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